La manovra economica d’estate è stata varata!
In mezzo ad una crisi economica che sta soffocando l’economia mondiale e su cui specula la finanza e una parte dei mercati, in Italia il Parlamento, dopo evidenti sottovalutazioni, negazioni dell’esistenza stessa della crisi e innumerevoli stimoli e solleciti, ha varato una manovra economica di sistemazione dei conti pubblici in tutta urgenza (in quattro giorni, ha detto il Ministro dell’Economia). Tra tagli di spesa e nuovi prelievi fiscali, le nuove norme toccano le fasce più deboli, lasciando quasi completamente indenni le spese della politica e i privilegi della casta. Né si intravvede una politica che affronti i temi della riorganizzazione del sistema produttivo, dell’apparato amministrativo e della ricerca, del comparto intellettuale e professionale.
Rimangono, infatti, inattuate, per i veti di corporazioni e lobby ordinistiche, le riforme che non costerebbero nulla e che porterebbero significativi benefici al sistema dei servizi del nostro paese e, quindi, alla nostra competitività.
E a proposito di competitività, nella prima stesura di questa manovra, per rispondere alle innumerevoli richieste di una maggiore facilità d'accesso dei giovani alle professioni e della maggiore tutela dei consumatori, è stato inserito un articolo che finalmente regolamentava e riformava tutte le professioni, con una particolare attenzione alla concorrenza e alla trasparenza delle prestazioni professionali, come richiesto dall’Unione europea.
Ma è bastata un'alzata di scudi della lobby degli “Onorevoli professionisti” al Senato per cancellare tutto in pochi minuti, sotto la minaccia di far saltare il banco! L’articolo è stato cancellato e sono rimaste sei righe, che non prevedono alcun intervento immediato e che sono interpretabili in tanti modi. Innanzi tutto si escludono soppressioni o accorpamenti degli attuali Ordini, in quanto la norma prevede alcuni interventi, ma <>.
Quindi sono state fatte salve le riserve per le professioni per cui è previsto l'esame di stato per l'accesso, cioè tutti i 27 Ordini e Collegi, e sono state congelate tutte le altre per otto mesi. Durante questo periodo, che decorre dalla data di conversione del Decreto, il Governo “formulerà”, alle categorie interessate, proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi, trascorso il quale, recita la sopravvissuta norma, “ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero”. Un modo ambiguo e dilatorio per spostare avanti il problema.
Tutto ciò mentre il paese aspetta da anni una riforma degli Ordini Professionali e delle Professioni che accresca la concorrenza, aumenti la qualificazione e la tutela dei consumatori, agevoli l'accesso dei giovani e faciliti la concorrenza anche attraverso l’abolizione delle tariffe minime obbligatorie, e inserisca i principi di pubblicità, di trasparenza e di responsabilità tra le caratteristiche principali dell’attività professionale,
Rimangono, infatti, inattuate, per i veti di corporazioni e lobby ordinistiche, le riforme che non costerebbero nulla e che porterebbero significativi benefici al sistema dei servizi del nostro paese e, quindi, alla nostra competitività.
E a proposito di competitività, nella prima stesura di questa manovra, per rispondere alle innumerevoli richieste di una maggiore facilità d'accesso dei giovani alle professioni e della maggiore tutela dei consumatori, è stato inserito un articolo che finalmente regolamentava e riformava tutte le professioni, con una particolare attenzione alla concorrenza e alla trasparenza delle prestazioni professionali, come richiesto dall’Unione europea.
Ma è bastata un'alzata di scudi della lobby degli “Onorevoli professionisti” al Senato per cancellare tutto in pochi minuti, sotto la minaccia di far saltare il banco! L’articolo è stato cancellato e sono rimaste sei righe, che non prevedono alcun intervento immediato e che sono interpretabili in tanti modi. Innanzi tutto si escludono soppressioni o accorpamenti degli attuali Ordini, in quanto la norma prevede alcuni interventi, ma <
Quindi sono state fatte salve le riserve per le professioni per cui è previsto l'esame di stato per l'accesso, cioè tutti i 27 Ordini e Collegi, e sono state congelate tutte le altre per otto mesi. Durante questo periodo, che decorre dalla data di conversione del Decreto, il Governo “formulerà”, alle categorie interessate, proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi, trascorso il quale, recita la sopravvissuta norma, “ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero”. Un modo ambiguo e dilatorio per spostare avanti il problema.
Tutto ciò mentre il paese aspetta da anni una riforma degli Ordini Professionali e delle Professioni che accresca la concorrenza, aumenti la qualificazione e la tutela dei consumatori, agevoli l'accesso dei giovani e faciliti la concorrenza anche attraverso l’abolizione delle tariffe minime obbligatorie, e inserisca i principi di pubblicità, di trasparenza e di responsabilità tra le caratteristiche principali dell’attività professionale,