Il Dpr sulla riforma delle professioni regolamentate, pone fine (forse) alla lunghissima «epopea» per la riforma e l'omogeneità del mondo professionale. Un percorso iniziato quasi due anni fa con il ministro Alfano e completato oggi dal ministro Severino. Dopo proteste scontri, confronti e compromessi il testo finale si presta a molteplici interpretazioni: gli Ordini professionali si dichiarano quasi tutti soddisfatti, tranne l'Ordine degli avvocati, che vorrebbe una regolamentazione a parte e speciale.
I sostenitori di un libero mercato plaudono alla riforma, con un occhio all'altra grande riforma che riguarda le professioni "non regolamentate" ( senza ordini o collegi ma con le Associazioni professionali) e che è attualmente in Senato in attesa della approvazione definitiva (vedi articolo correlato).
Infatti le due riforme (professioni ordinistiche e professioni non regolamentate) hanno contenuti analoghi e, in qualche caso, simili.
In particolare nella riforma appena emanata il Tirocinio è fissato in 18 mesi, obbligatorio per tutti, fatta esclusione per quelle professioni che già non lo prevedevano negli ordinamenti; il corso di formazione di 200 ore sopravvive, ma è diventato facoltativo, in aggiunta alla pratica professionale
La formazione è stata la richiesta più condivisa da tutte le categorie: più qualità e quindi più formazione professionale anche per chi professionista lo è già. Il Dpr conferma che la formazione continua è obbligatoria e sarà sotto il controllo degli Ordini, che potranno predisporne i regolamenti e autorizzare anche enti o soggetti esterni.
Di fatto il tema dell'assicurazione ha subito un rinvio: i singoli professionisti dovranno avere un'assicurazione per i possibili danni arrecati ai clienti. Ma I consigli degli ordini possono negoziare le convenzioni assicurative entro il termine di 12 mesi e quindi se ne riparlerà tra un anno.
Come si vede la normativa ricalca pari pari quella introdotta nella legge di regolamentazione delle Professioni associative non regolamentate e questo soddisfa molto "noi" professionisti associativi perchè possiamo pretendere parità di trattamento e di prerogative in campo professionale e di fronte alla legge.